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Juanni Wang

L’indagine di Juanni Wang si concentra soprattutto sull’utilizzo di un mezzo particolare e inconsueto per le pratiche artistiche occidentali, ovvero l’uso dell’inchiostro tipico cinese e della carta di riso; provenienti entrambi da una precisa regione della Cina si relazionano, compenentrandosi, con la tela, prodotto tipicamente occidentale. 

Le tele utilizzate variano, non solo per la dimensione, ma anche per materiale, in quanto l’artista si avvale di svariate tipologie di tessuti, sperimentando sempre nuove tecniche al fine di raggiungere un rivoluzionario e inedito connubio stilistico. 

La ricerca di Juanni si orienta sulla connessione di due diverse concezioni artistiche: da un lato quella tipicamente orientale, suo luogo natio, e dall’altra, invece, dai diversi influssi occidentali, luogo in cui attualmente l’artista risiede e lavora. 

La delicatezza dell’inchiostro, unita all’inconfondibile essenza della carta di riso impressa poi sulla tela, specificano l’unione tra le diverse culture, sottolineano il tocco lieve e delicato dell’artista, la quale, attraverso una ricerca sempre più sofisticata, si lascia ispirare dagli elementi naturali rendendo l’opera unica e universale.

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Sensorialmente vitale 

 

La pittura è un’esperienza di esplorazione non soltanto visiva, 

ma anche tattile, uditiva, sinestetica, un’esperienza di cambiamento, 

nel senso che il pittore si fa tutt’uno con il paesaggio, con il mondo che lo circonda; 

si riconosce con esse, attraverso esso.

Ambiente è ciò che circonda il pittore, ma non gli resta esteriore, estraneo; 

l’uno e l’altro si compenetrano, si completano. 

 

SHI T’AO 


 

Esiste, nella cultura paesaggistica cinese, un termine che descrive una pittura mutevole e mai stabile, lo Shanshui. Questo stile caratterizza, in modo particolare, le rappresentazioni di paesaggi naturali che fanno riferimento all’ambiente acquatico, nello specifico cascate o fiumi. 

Nel suo soggiorno in Occidente, Juanni esplora i mari, lasciando le terre conosciute per partire verso la ricerca dell'ignoto, senza la certezza del ritorno e con il timore di cadere in balia degli eventi. 

L’occidente è, analogamente allo shui, il mare, il luogo di assoluta libertà, ove sono possibili la riflessione introspettiva e l’indipendenza, ma al tempo stesso la fragilità e la delicatezza di un mondo sconosciuto.

Non a caso il mare è, nelle opere site-specific realizzate per il Nuovo Laboratorio Sperimentale d’arte, il focus dominante di questa produzione. Nelle tele, autoprodotte, la scelta del tessuto da intelaiare e del colore, cinque diverse tonalità di blu, indica, ancora una volta, il fil rouge che lega l’artista al mare

 

Arriviamo così alla pittura di Juanni. Ad un tradizionale rinnovato, crasi di due differenti culture.

 

Nella sua pittura paesaggistica non vediamo, come appare ad uno sguardo frettoloso, solo l'obiettivo meccanico della macchina fotografica, ma, vediamo attraverso l'occhio dell’artista, che non si limita alla contemplazione dei paesaggi, ma cerca di penetrare nell'oggetto per viverne la vita più intima e profonda.

Il mare, prima citato, è l’elemento portante nella recentissima ricerca di Juanni. 

Questo viene impresso, immortalato e fissato indelebilmente in un’opera che, impedisce alla componente naturale, spesso costituita nelle precedenti produzioni da fiori, a cui si aggiungono, oggi, diversi elementi marini, il normale percorso di decomponimento, rendendo l’opera unica e universale

Un’unicum, una memoria che non si scalfisce nel tempo, che può e deve certamente mutare, ma la cui essenza permane e rimane indelebilmente impressa sulla tela. 

 

Si tratta di una pittura che vuole liberarsi dai vincoli del visibile, un po’ come avviene per la memoria, sfuggente, alla quale basta poco per modificarsi e sbiadire, di conseguenza, il suo contenuto. L’artista interviene attraverso l’inchiostro tradizionale cinese con macchie gestuali libere di fluttuare sulla carta, che ci ricordano come spesso l’uomo tenta di intervenire sui processi naturali, ma non riesce mai a definirne il loro risultato in quanto imprevedibile.  

Nel processo di creazione i materiali non canonici si uniscono alla cultura tradizionale pittorica occidentale, la tela, creando un connubio di forze vitali che interagiscono generando pieni e vuoti. Il paesaggio non è più solo paesaggio, è corpo vivente. È vita. 

 

Liberandosi dai vincoli del visibile e da qualsiasi struttura pre-impostata, la pittura di Juanni diviene sensoriale, una pittura non solo da vedere, ma da ascoltare, da guardare con gli occhi e con la mente.  



 

a cura di Rosaria Madeo 

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